Veduta di Bologna

BOLOGNA - Cenni storici

Come testimoniano numerosi reperti archeologici trovati alle pendici dell'Appennino, fra cui quelli della Grotta del Farneto, i primi insediamenti umani dell'area bolognese risalgono all'Età del Bronzo (II millennio a.C.)

Nel IX secolo a.C. alcune popolazioni immigrate dall'Italia centrale danno vita a quella che sarà poi chiamata, dal nome del paese di Villanova di Castenaso, importante luogo di ritrovamento di tombe e oggetti, la Civiltà Villanoviana, una delle più importanti culture italiane dell'Età del Ferro e una delle prime a creare insediamenti urbani.

Nel VI secolo a.C. gli Etruschi prendono il posto dei Villanoviani fondando, Felsina (la futura Bologna), Misa, i cui resti sono visitabili nei pressi di Marzabotto, e Spina, un porto sul delta del Po attraverso cui Felsina poteva intrattenere rapporti commerciali con i Greci.
Nel IV secolo a.C. i Galli Boi invadono la zona e Felsina prende il nome di Bona.

Nel 189 a.C. Bologna viene colonizzata dai Romani che la chiamano Bononia; e, nel I secolo a.C., diviene un municipium con diritto di cittadinanza romana per i suoi abitanti.

Posta lungo la via Emilia (la cui costruzione inizia nel 187 A.C. e le cui tracce si possono ancora vedere nel sottopassaggio delle vie Rizzoli e Ugo Bassi), in questo periodo Bononia diventa un importante crocevia e raggiunge ben presto i trentamila abitanti. Si forma una ricca e colta borghesia (Marziale ci parla di una "culta Bononia") dedita, anche in seguito ai commerci con paesi lontani, a culti orientali, quali quelli di Mitra, Giove Dolicheno ed Iside (il cui tempio era, secondo la tradizione, nel luogo dove ora si trova la chiesa di Santo Stefano.

La struttura urbanistica della città, pressoché corrispondente a quella attuale, presenta una pianta quadrilatera dalle cui estremità orientale e occidentale le strade si dipartono a raggiera.

Nel V secolo, con il crollo dell'Impero romano, la città decade e le strutture del potere civile si dissolvono, rimanendo la chiesa locale l'unico punto di riferimento. Di questo periodo è il vescovo Petronio, che con il vescovo Felice dà un contributo fondamentale alla conservazione e alla ricostruzione di Bologna, segnando, fra l'altro, con quattro croci quel perimetro della città che, secondo la leggenda, sarebbe all'origine della "cerchia di selenite", una cinta muraria ben più ristretta di quella romana. Per questa sua importantissima opera nel XII secolo Petronio verrà fatto santo patrono della città.

Nel VI secolo l'imperatore bizantino Giustiniano (482-565) strappa Bologna al dominio dei Goti, sotto il quale era caduta dopo il crollo dell'Impero romano, e la pone sotto il controllo dell'Impero romano d'Oriente, con capitale italiana a Ravenna.
Nel 727 Bologna viene conquistata dai Longobardi che, per difendersi dai ripetuti tentativi bizantini di riconquista, costruiscono quella che oggi viene chiamata l'Addizione longobarda, un quartiere semicircolare fortificato, attualmente a ridosso delle Due Torri, verso est.
Dopo la conquista franca (774), Bologna viene annessa, come pure le terre dell'esarcato bizantino di Ravenna, al Regno Italico (896) e governata da una famiglia comitale.
Intorno all'anno mille la città conosce un nuovo sviluppo economico e demografico; e, nel corso del secolo, sulle basi di una scuola di diritto già esistente, viene fondata l'Università di Bologna (allora detta Studium) che porterà alla città una fama internazionale e provocherà l'afflusso di numerosi studenti italiani e stranieri, rendendo necessaria la costruzione (inizio XII secolo) di una nuova cinta muraria, detta dei "torresotti", che include un'area doppia rispetto a quella della Bologna romana.

Nel 1106, in piena "Lotta per le investiture", il concilio di Guastalla decide di sottrarre Bologna alla giurisdizione degli arcivescovi di Ravenna per affidarla a quella dell'imperatore. Ma nel 1115, alla morte di Matilde di Canossa, detentrice dell'autorità imperiale, scoppia la rivolta e la fortezza cittadina, simbolo degli imperatori germanici, viene distrutta. Nella temporanea assenza del dominio imperiale i cittadini più in vista prendono il potere, ponendo le basi di quello che poi sarà il libero Comune.
Nel 1249, in un periodo di intense lotte fra i Comuni della Lega lombarda e l'Impero, i bolognesi sconfiggono a Fossalta le truppe dell'imperatore Federico II di Svevia, catturandone il figlio Enzo, che rimane prigioniero a Bologna fino alla sua morte (1271). Nel 1278, nel corso delle lotte fra Guelfi (sostenitori del papa) e Ghibellini (sostenitori dell'imperatore), la parte guelfa prende il sopravvento e, per beneficiare di un'alleanza esterna, sottomette la città a papa Nicolò III che diviene sovrano di Bologna.
Tra il XIII ed il XIV secolo il Comune bolognese estende il suo dominio nel contado a danno dei feudatari locali, e Bologna diventa la città principale dell'Emilia. Il governo comunale decide allora di aprire Piazza Maggiore come segno del suo prestigio; mentre i nuovi Ordini mendicanti, francescani e domenicani, costruiscono qui le loro chiese (San Domenico e San Francesco).
Vengono allargate le strade e si ordina che, per offrire maggiori spazi abitativi senza intralciare troppo il traffico nelle strade, tutte le case siano munite di portici. Alla fine del secolo si comincia la costruzione della terza cinta muraria, che verrà terminata nel 1374.
Nel 1337 Taddeo Pepoli conquista il potere e per sette anni fa di Bologna una Signoria. Il resto del XIV secolo trascorre nell'alternanza fra il dominio della famiglia Visconti di Milano e periodi di ritorno sotto l'ala della Chiesa romana, fra cui quello durante il quale è Legato pontificio il cardinale Albornoz, di cui resta come testimonianza il Collegio di Spagna, da lui fatto costruire per ospitare gli studenti spagnoli.
Nel 1390, in un periodo di ripresa dello spirito comunale, viene posta la prima pietra della grande e ambiziosa basilica di San Petronio.

Nel 1445 i Bentivoglio, una famiglia d'origine popolare, diventano signori della città per restarlo fino al 1506. In questo periodo Bologna si apre alla cultura del Rinascimento e vengono costruiti, fra l'altr, il palazzo Bentivoglio poi distrutto nel 1506 in una rivolta popolare e la palazzina della Viola.
Nel 1506 papa Giulio II, alleato con Luigi XII, re di Francia, riprende il controllo della città. Bologna, tornata sotto il dominio papale, viene affidata al governo di un Legato pontificio e di un senato di quaranta membri provenienti dalla professione giuridica e notarile e dalle ricche e nobili famiglie che un tempo erano state rivali dei Bentivoglio. Di tali famiglie rimangono, a splendida testimonianza, i palazzi senatorii bolognesi (palazzo Fantuzzi, i palazzi Malvezzi, palazzo Poggi, ecc.).
La città diviene la capitale del Nord dello Stato pontificio e ospita spesso la corte papale e avvenimenti importanti. Fra questi: l'incontro del 1515 fra papa Leone X e il re di Francia Francesco I per stabilire un accordo sui rapporti fra Chiesa e Stato; l'incoronazione a imperatore di Carlo V d'Absburgo (1530); il trasferimento a Bologna del Concilio di Trento nel 1547.
Se nel Cinquecento la condizione economica, supportata dall'industria della canapa e della seta e dai progressi dell'agricoltura, era stata florida, nel Seicento la concorrenza straniera e una grave epidemia di peste nella quale muore un quarto della popolazione, provocano una profonda crisi economica, che viene però controbilanciata dallo straordinario fiorire delle arti figurative (questa è l'età dei Carracci, di Guido Reni e del Guercino), dallo sviluppo architettonico tardorinascimentale e barocco e dalla nascita di un'importante scuola musicale.

Nel XVIII secolo la situazione si aggrava ulteriormente a causa della cattiva politica economica papale; e nel 1793 il malcontento diffuso sfocia in una rivolta guidata dallo studente Luigi Zamboni e ispirata agli ideali della rivoluzione francese. Essa però fallisce e i responsabili vengono arrestati. Con l'invasione francese del 1796 Bologna entra a far parte della Repubblica Cisalpina e quindi del Regno Italico napoleonico. In questo periodo in città avvengono cambiamenti notevoli, come la nascita di una nuova classe dirigente d'estrazione borghese; una totale riorganizzazione dell'Università, che dà maggior peso alle discipline scientifiche; la vendita dei beni della Chiesa per mobilizzare il mercato e il confluire delle opere d'arte appartenenti a chiese e conventi in una raccolta che in seguito sarebbe diventata quella della Pinacoteca Nazionale.
Dopo la sconfitta di Napoleone, il Congresso di Vienna (1815) restituisce Bologna allo Stato pontificio, suscitando non poco malcontento. Nel 1831 è infatti una prima ribellione, seguita, l'VIII Agosto 1848, da una più ampia insurrezione, guidata da Ugo Bassi contro le truppe pontificie sostenute da truppe austriache.
Nel 1859, dopo la sconfitta di Magenta, gli austriaci lasciano la regione e nel 1860 un plebiscito vota l'annessione al Regno dei Savoia, poi divenuto nel 1861 Regno d'Italia.
Con l'Unità d'Italia e l'eliminazione dei vecchi confini fra uno stato e l'altro, Bologna diventa un importante centro di comunicazioni. Il vantaggio economico non è però immediato, e anzi i nuovi conflitti fra le classi sociali portano a rivolte anarchiche e alla nascita di un movimento socialista. Notevoli progressi vengono invece compiuti in campo culturale con lo sviluppo degli studi universitari scientifici e letterari (le cattedre di letteratura italiana vanno prima a Giosué Carducci, poi a Giovanni Pascoli). Nascono nuove case editrici.

Il piano regolatore del 1889 compie notevoli sventramenti ispirati al modello dei boulevards parigini di Haussmann; quasi contemporaneamente Rubbiani compie i suoi restauri in stile neogotico. Nasce la prima periferia e, per far posto agli attuali viali di circonvallazione, viene demolita la terza cinta muraria.
Dopo la prima guerra mondiale, lo spettro della rivoluzione russa e delle lotte sindacali e socialiste porta i proprietari terrieri e la classe media ad appoggiare l'affermarsi del fascismo. Nel corso del ventennio vengono compiuti imponenti lavori pubblici, come la costruzione di via Amendola e Marconi (già via Roma) e la costruzione dello Stadio e dell'Arcoveggio.
Durante la seconda guerra mondiale la città viene più volte bombardata e diventa la retrovia della "linea gotica". Si forma un forte movimento di resistenza contro l'occupazione dei nazisti che reagiranno con massacri contro la popolazione civile, come quello di Marzabotto in cui vengono uccise 1800 persone.

Nel dopoguerra si afferma sulla scena una giunta comunale di sinistra guidata dal Partito Comunista Italiano. Gli anni '60, dopo il periodo di ricostruzione durato per tutti gli anni '50, portano a una riflessione sulla salvaguardia ed il restauro del patrimonio urbanistico che dura tutt'oggi, facendo del centro storico bolognese uno dei meglio conservati d'Italia.
Oggi Bologna è una delle più ricche e vivaci città italiane, anche se gli ultimi vent'anni hanno visto eventi drammatici come la rivolta degli studenti del '77 e la strage della stazione del 1980. Nel 1988 l'Università di Bologna ha celebrato il suo IX centenario; e, continuando la sua tradizione "dotta", nel duemila la città è stata designata "Capitale europea della cultura".


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